La Loggia di Isozaky si farà?

Un modello della Loggia di Isozaki

Ogni tanto i progetti proclamati e mai realizzati ritornano in auge più o meno con una cadenza regolare. E' il caso della tanto amata e spesso odiata Loggia di Isozaki che dovrebbe avere una funzione architettonico/decorativa dell'uscita della Galleria degli Uffizi.
Si perché l'attuale uscita della Galleria più bella del mondo non è degna di questo nome. Anche se tutto fosse ben ristrutturato, con le caratteristiche dei palazzi e delle case fiorentine, intonaci perfetti, colori adatti, finestre e tetti antichi, le strutture presenti non fanno bella presenza e non danno giustizia.
L'uscita della Galleria degli Uffizi immette i visitatori nella piazza del Grano, quest’ultima non ha proprio nulla di ciò che si potrebbe chiamare piazza. Migliaia e migliaia di turisti passano da questo luogo così malandato, invaso da un cantiere infinito. Ecco quindi che come in ogni appello, tutto diventa urgente. Inneschiamo un dibattito sulla Loggia di Isozaki perché oltre che a sensibilizzare chi dovrebbe rimettersi in moto, potrebbe incitare alla realizzazione di un'opera molto interessante.
Per costruire cose nuove c'è bisogno di coraggio, ciò che sembra mancare dalle ultime amministrazioni succedutesi a Palazzo Vecchio. Negli ultimi anni però qualcosa si è mosso e il Sindaco Nardella sta cercando di portare avanti un'idea diversa, ma sempre comprendendo la loggia in questione.
Le critiche che si sono succedute hanno un velo di strumentalità, la Loggia degli Uffizi progettata da Isozaki e dal suo partner italiano Maffei è bella, lineare, semplice e architettonicamente e oggettivamente contestualizzata.
Tutte le opere per un periodo del loro tempo sono state contemporanee e quindi dovremmo avere il coraggio di Vasari, Brunelleschi o dell'Alberti per creare qualcosa di importante e di compatibile. 

L'attuale direttore della Galleria degli Uffizi approva il progetto:
«La struttura è tutto sommato esile e trasparente perché è vetro e con poche colonne esili sul davanti. L’architettura ha poi una sua logica anche vista dall’alto, in quanto è un’ideale prosecuzione di via Lambertesca, una sorta di contraltare alla Loggia dei Lanzi. Il fatto è che piazza Castellani è sempre stata come il retro di un cinema di prima categoria: davanti bello luminoso, dietro scalcinato e disordinato. Credo che il progetto della Loggia possa quindi ricomporre e riordinare una piazza che è sempre stata scombinata. Capisco che a Firenze possa non piacere, non fosse che per il fatto che è un progetto contemporaneo. Ma dobbiamo anche tenere conto che tutte le volte che un progetto s’inceppa si finisce anche per perdere i soldi necessari per realizzarlo. Le polemiche portato sempre al tramonto di qualsiasi idea. E io, come molti altri, sono convinto che la Loggia vada fatta».



Anche il Sindaco Nardella indica un percorso:
«Ripensare il progetto di Arata Isozaki per la loggia della Galleria degli Uffizi insieme allo stesso architetto, andandolo ad incontrare in Giappone o invitandolo in Italia per un incontro. Il progetto della Loggia risale al ’98, da allora è cambiato il mondo è giusto che i concorsi internazionali si debbano realizzare, ed è indecente che l’Italia sia tra i paesi dove i concorsi dove partecipano anche grandi architetti vengano abbandonati, nonostante gli esiti. E' altrettanto vero che pensare di realizzare l’esito di un concorso di architettura a distanza di 20 anni mi sembra una bella presa di giro. Per questo la mia opinione è di individuare un progetto diverso. Sono convinto che nemmeno Isozaki farebbe lo stesso progetto dopo tutti questi anni. E’ un fatto di serietà: i concorsi vanno rispettati, ma soprattutto vanno messi in pratica subito. Peraltro tuttora non c’è nemmeno certezza delle risorse per quel progetto. Allora dico, a distanza di 15 anni proviamo a ripensarlo. Forse le esigenze possono essere diverse. La mia idea resta quella di unire gli Uffizi con Loggia del Grano e ex Capitol. Se il maestro è disponibile, appena avrò occasione di incontrarlo, gli parlerò. Ma penso che di fronte all’uscita di uno dei più grandi musei del mondo non possano esserci uffici come adesso: pensiamo ad una soluzione diversa».

Bene, pensiamo ad una soluzione diversa, ma rendiamoci conto dell'urgenza della questione e che la cittadinanza, con favorevoli e contrari, avrebbe bisogno di una siringata di fiducia e di vedere realizzata quella che io chiamo, una delle opere contemporanee che potrebbero dare nuovo lustro alla città di Firenze.

Copyright © Filippo Giovannelli - Riproduzione riservata 

Commenti